I pattern di Noodles di John Blond | Collater.al

2021-12-30 16:39:22 By : Ms. SemsoTai ShenZhen

Ogni artista, consciamente o inconsciamente, vorrebbe che le sue opere fossero riconoscibili senza bisogno di una firma o una targhetta di accompagnamento. Per riuscire a raggiungere questo livello, o questo obiettivo, bisogna avere un’idea chiara e vincente. È quella che ha avuto John Blond, visual artist e designer catanese conosciuto per i suoi pattern chiamati “Noodles”. 

John Blond ha cominciato facendo graffiti all’età di dodici anni, utilizzando le bombolette spray vendute dalla tabaccheria della madre. Con gli anni ha messo a punto questi pattern formati da linee nere e bold su sfondi monocolore dai toni brillanti e accesi.

SI tratta di pattern semplici, con una forte identità visiva, facilmente riconoscibili, ma soprattutto che si adattano a diverse superfici e mezzi. Proprio per questo motivo possiamo trovare i suoi “Noodles” declinati in murale interni ed esterni, in tele, come motivo decorativo per bottiglie, vasi, teiere, tessuti e tanto altro. Alcuni dei suoi prodotti fanno parte della linea “Noodles by John Blond” in vendita sul suo sito. 

Oltre allo sviluppo dei suoi progetti personali, attualmente lavora come designer per lo studio di design e sviluppo web The Wave e ha anche co-fondato la rivista indipendente che parla di street art e street culture Graffgo Magazine. Il prossimo weekend, sabato 16 ottobre, Graffgo presenterà ufficialmente al pubblico il nuovo numero intitolato “A new chapter of our life” con un incontro dal vivo ospitato all’interno dello streetwear shop catanese Mewa Store di via Mariosangiorgi 59. 

Tra qualche giorno il calendario che avete appeso in cucina non servirà più a niente, dovrete toglierlo e trovarne uno nuovo per il 2022. Potreste scegliere un calendario serio, di quelli con un po’ di spazio di fianco ai giorni per poter appuntare promemoria che procrastinerete fino al 2023. Oppure potreste appendere un calendario che è prima di tutto un interessante progetto fotografico dedicato all’alimento più amato al mondo: la pasta. Il pastificio pugliese Casa Milo ha collaborato con 12 fotografi italiani per realizzare Art Calendar, un racconto non convenzionale di una delle più forti tradizioni italiane. Le forme di penne, farfalle e fusilli diventano così elementi decorativi per Marta Blue, Tiziano Demuro, Leandro Colantoni, Carla Sutera Sardo, Eleonora D’Angelo, Alessia Morellini, Bellissimo Zine, Piero Percoco, Gianmarco Porru, Ellegram, Irene Ferri e Giorgibel.

Per ottenere il calendario, stampato in edizione limitata, Casa Milo ha pensato a un giveaway al quale accedere tramite la pagina Instagram del pastificio barese. 200 follower potranno aggiudicarsi, dal 9 dicembre al 22 febbraio 2022, le foto realizzate dai 12 talenti emergenti della fotografia e assaporare, questa volta solo con gli occhi, il sapore del grano e di un buon sugo al pomodoro.

Il corpo femminile non è necessariamente stereotipo di grazia e leggerezza, può essere selvaggio, con una muscolatura che allontana idee di fragilità. Le fotografie di Samuele Nucci descrivono un sentimento contrastante, che associa una visione statuaria del corpo, in quanto tale costante e quasi imperituro, a una fluidità destinata a far mutare continuamente il ruolo del corpo nello spazio. Francesca spacca il blocco di aria reale nella quale è inserita, tendendo i nervi e gonfiando i muscoli in una coreografia mai abbozzata, che aiuta a prendere possesso dello spazio. Gli scatti di Samuele Nucci sono un’intrusione prorompente che non ha bisogno di titoli, categorie e patine. I graffi della pellicola sono come i tatuaggi sul corpo, esaltano la ruvidità di una fisicità unica nel suo genere, un canone di bellezza primordiale che vive momenti di discreta e quasi respinta eleganza.

1854 Media e British Journal of Photography hanno annunciato i migliori ritratti fotografici del 2021. Le 100 fotografie in concorso ripercorrono la storia del Regno Unito degli ultimi due anni, avvicinando la macchina fotografica agli occhi di tanti dei protagonisti della lotta al virus e raccontando il tessuto sociale inglese in tutte le sue minoranze. Le foto sono il simbolo della pandemia e del lockdown, così tra i ritratti vediamo immagini di medici, oppure di bambini che giocano per strada circondati da case con mattoni a vista, una scena molto lontana da ciò si poteva vedere solamente un anno fa. In una nazione ampiamente multiculturale e diversificata per etnie e genere, compaiono tra le foto del Portrait of Britain 2021 anche atlete paralimpiche, una bambina con il suo skateboard e anche il volto di Vivienne Westwood, simbolo della moda inglese oltre che attivista in prima linea da anni.

La più grande mostra di fotografia annuale inglese è anche un evento per mostrare le sperimentazioni della tecnica fotografica, che spazia dalla ritrattistica tradizionale a tecniche più recenti. “In un mondo pieno di divisioni, la ritrattistica è, in molti modi, l’ultimo atto di collaborazione. Forse la ritrattistica non può risolvere la crisi di identità della Gran Bretagna, ma può aiutarci a gioire della diversità della nostra gente” ha dichiarato 1854. Proprio perché le fotografie del Portrait of Britain Winners 2021 sono un racconto collettivo, gli scatti appariranno su speciali schermi in aeroporti, strade e stazioni ferroviarie.  È prevista anche la pubblicazione di un volume con tutte le 100 fotografie vincitrici, edito da Hoxton Mini Press.

Il meccanismo è semplice, si prende la macchina fotografica, la si indirizza con l’obiettivo verso il soggetto scelto e si scatta la foto, così da poter ricordare un’immagine per sempre, oppure poterla analizzare, capire più a fondo. Kate Steele una volta impugnata la macchina fotografica a provato a indirizzare per una volta l’obiettivo non verso l’esterno ma verso se stessa, per potersi analizzare, capire più a fondo. Le foto che seguono sono una parte del progetto Her Name is Kat, racconto di un rapporto di amicizia tra Kat e Kate, con la prima capace di far riscoprire alla seconda la potenze delle sue fragilità. La ricerca interiore parte accettando il proprio corpo nudo, una mappa sulla quale vedere i segni delle proprie esperienze di vita e in particolare dei traumi, che hanno inquinato una felicità da ritrovare. La fotografia di Kate Steele è fototeriapia, realizzata in bianco e nero con una grana che rende ruvida la visione di sé che ha l’artista, una visione ancora da definire e lisciare, sempre guardando negli occhi l’obiettivo e non attraverso.

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